lunedì 14 aprile 2014

EUROPA SENZA STATUALITÀ di Francesco Petrillo (Edizioni Solfanelli)

Il volume è costruito sul rapporto tra studi dell’Autore pubblicati negli anni Novanta del secolo scorso, che preconizzavano quanto sarebbe accaduto in seguito e le attuali vicende concernenti la crisi politica, prima ancora che economica, dell’Europa unita. E dà conto di quanto le questioni economiche abbiano finito per fare trascurare la quantità di cemento necessaria a reggere i pilastri fondamentali, non fissati adeguatamente e a tempo debito, di una possibile unione europea.
Emerge, dall’ordito della trattazione, come, negli ultimi venti anni, le tematiche trattate dagli studiosi di cose giuridiche e politiche abbiano finito per non destare interesse e per non incidere sulle dinamiche teorico-pratiche dell'Unità europea, da un lato perché surclassate dalla prevalenza che si è dovuto — ma soprattutto voluto — dare alle relazioni economico-finanziarie tra gli Stati dell'unione, da un altro lato perché la stessa prassi politico-giuridica si è gradatamente sempre più fatta da parte rispetto all’intervento nel decision-making tra gli Stati europei e non solo.

All’interno delle trame di argomentazione affiora comunque lo spiraglio di soluzioni politologiche possibili per la ricostruzione di un tessuto comune europeo. Tra queste rileva quella di una più adeguata prospettazione teorica della questione dei diritti fondamentali dell’individuo, non solo dal punto di vista della loro giustiziabilità dinanzi alle Corti internazionali, quanto dal punto di vista di un approfondimento continuo della loro natura sostanziale e del loro fondamento, nel solco di una tradizione teorica cattolico-cristiana, anche se non “politicamente corretta”, qual è, per esempio, quella dell’“eretico” e beato Antonio Rosmini. Quest’ultima, infatti, ha costantemente attraversato le fasi storico-concettuali e concettuali-storiche di costruzione della casa comune europea. Può permettere di individuare le forme di salvaguardia democratica anche in un’Europa ancora senza statualità. Può partire dal tessuto concettuale connettivo di quei Paesi europei, forti di un vissuto caratterizzato dalla necessità di strutturare nuove e più adeguate istanze democratiche di partecipazione, anche e specie tra individui residenti sul territorio europeo e entità giuridico-politico-finanziarie che, ai diritti — e alla tutela di questi ultimi — dai primi rivendicati, contrappongano obblighi spesso difficili da intendere dal punto di vista politico, sociale e della cittadinanza.
Completa il volume, in appendice, l’intervento di un giurista latino-americano, sviluppato a partire dalla lettura di alcuni dei saggi di Petrillo, riportati nel libro. Il saggio di Carmine Romaniello, volutamente conservato nella lingua di origine, mostra al lettore italiano, quanto il problema europeo, dal punto di vista giuridico e politologico, prima ancora che politico, vada posto all’interno di una dimensione globale.


 

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