martedì 14 dicembre 2010

RECENSIONE di Renzo Montagnoli a "LEGAMI CULTURALI"

Come opportunamente precisa l’autore nella sua introduzione all’opera questa consiste in una raccolta di articoli di genere letterario, scritti in epoche diverse, scelti non tanto seguendo un filo logico, piuttosto per l’aspetto emotivo intrinseco avvertito nella rilettura dopo parecchio tempo.
Senza voler avere l’ambizione di dissertare approfonditamente sui principali poeti e narratori italiani contemporanei, Legami culturali è in effetti una miscellanea di brevi saggi e interviste, in grado tuttavia di interessare il lettore per la loro completezza, pur in presenza di una brevità discorsiva che, anziché nuocere, consente una sintesi di caratteristiche encomiabile e per nulla scontata.
A Riccardo Bacchelli sono dedicate, peraltro giustamente, non poche pagine, ricomprendendo, oltre a una scheda critica, le risposte a diversi quesiti posti a letterati di peso e, comunque, in grado di esprimere giudizi compiuti, quali Geno Pampaloni, Silvano Demarchi e Walter Mauro, solo per citarne alcuni.
Dal contrasto, anche se solo limitato, fra le opinioni emerge così un quadro molto vivo e sicuramente di pregio dell’autore di romanzi basilari per la letteratura italiana, quali Il mulino del Po e Il diavolo al Pontelungo.
Di particolare interesse, soprattutto per me, è poi un’intervista a Giuseppe Bonaviri, con domande azzeccate che ben mettono in luce il pensiero del grande scrittore di Mineo.
Non manca un articoletto sul “Perché della poesia”, un quesito potrei dire classico e nel caso specifico corredato da una risposta-analisi, forse non del tutto condivisibile, ma comunque logica e coerente nella sua articolazione.
Di tutta queste serie di articoli quello che mi ha colpito di più riguarda Nino Palumbo, lo scrittore di Trani scomparso nel 1983. Ciò che appare di maggior rilievo in questo elaborato è però l’intervista, da cui emerge limpida la personalità dell’autore che non svicola mai nelle risposte, portando avanti anzi il suo pensiero con apprezzabile coerenza e senza timori. Mi spiace non aver mai letto nulla di Palumbo e credo che provvederò al riguardo quanto prima.
Ecco, uno dei tanti pregi di questo libretto è di incuriosire il lettore, di fargli nascere l’interesse per uno scrittore o un poeta magari da lui poco conosciuto, al punto da desiderare di visionare qualcuna delle sue opere, e ciò è veramente apprezzabile, rende onore e merito a Fulvio Castellani, al quale chiedo di provvedere quanto prima alla stesura di un’analoga miscellanea che abbracci e comprenda altri autori, magari non noti, ma di sicura qualità.
Nel raccomandare Legami culturali mi permetto di aggiungere che la lettura, mai affaticante, è senz’altro agile e piacevole, tanto da poter dire che s’impara divertendosi.

Renzo Montagnoli

http://www.arteinsieme.net/renzo/index.php?m=31&det=7624

giovedì 9 dicembre 2010

Irregolare: Recensione di Renzo Brollo (Mangialibri.com)



In un futuro appena dietro l’angolo e in un mondo tecnologicamente spinto all’estremo, gli uomini hanno saturato la Terra con la loro presenza e con l’inquinamento. Arrivato a sei miliardi di abitanti, la capacità del pianeta di sostentare tutti è allo stremo. Per questo, una direttiva internazionale impone il blocco delle nascite, utilizzando dei microchip sottocutanei che vengono assegnati ad ogni singolo individuo vivente e che lo accompagneranno fino alla morte, per poi essere riassegnato ad un nuovo nascituro autorizzato. La biocibernetica ha fatto passi da gigante e ormai qualsiasi organo umano è sostituibile, tanto che la sindrome del superuomo è diventata una sorta di malattia del secolo. Braccia e gambe artificiali migliorano le prestazioni di chiunque abbia disponibilità economiche per poterseli permettere, in pochi ormai vogliono mantenersi puri e originali, rischiando di morire precocemente prima dei cento anni. La polizia, agevolata anch’essa dalla tecnologia, dispone di telecamere che praticamente controllano l’intero territorio urbano, i chip impiantati dentro le persone permettono di individuare e seguire gli spostamenti di chiunque, analizzandone il percorso e le intenzioni. Eppure, in una società dove la sicurezza sembrerebbe essere praticamente totale, qualcuno è stato in grado di superare ogni barriera e ogni controllo, eludendo le telecamere, alterando i microchip, riuscendo a penetrare all’interno di un palazzo per commettere un efferato omicidio dai connotati inspiegabili. Il cadavere che viene rinvenuto presenta l’asportazione dell’occhio cibernetico, un modello ormai antiquato e apparentemente privo di qualsiasi interesse tecnologico, mentre i suoi arti cibernetici risultano paralizzati. Chiamato a risolvere il caso, e anche molto in fretta, è il detective Shaun Morrison, personaggio piuttosto obliquo rispetto al normale assetto dei suoi colleghi, di poche parole ed evidentemente molti fatti. Ma gli indizi sono praticamente inesistenti, gli scopi del delitto misteriosi. Quel che appare, nello sbrogliare la matassa intricata, è la presenza nel sistema di un irregolare, ovvero di una persona senza chip innestato, quindi risultato di una nascita abusiva. Una sorta di clandestino del futuro che la società non tollera e la cui pena sarà quella dell’ibernazione fino a data da destinarsi. Tutto sembra indicare che l’assassino corrisponde al profilo di questo figlio illegittimo della società, eppure per il detective Morrison la soluzione non sta lì. Almeno non tutta…
Con una trama complicata, chiaramente studiata a tavolino e preparata come fosse la rapina del secolo, questo libro inevitabilmente cattura l’attenzione. Brevi capitoli portano al ribaltamento delle situazioni poco prima chiarite, innestando novità al corpo della storia con la stessa facilità con la quale nel libro nuovi arti vengono inseriti nei corpi umani danneggiati. Ogni dettaglio è stato pensato, dallo studio di materiali e tessuti all’utilizzo delle tecnologie applicate alla vita quotidiana. Encomiabile dunque lo sforzo creativo e strutturale con il quale il romanzo è stato prima immaginato e poi scritto, portando il lettore a insistere sulle pagine per arrivare alla fine. In una trama così complicata e precisa nelle sue evoluzioni qualche cosa debolezza bisognava pur trovarla, così come anche l’assassino più scaltro prima o poi commette qualche errore. Si tratta in sostanza di qualche appesantimento stilistico, di qualche frase eccessiva che a volte sembra quasi spezzare l’incanto di una tensione gialla tesa all’inverosimile. Forse un eccesso di bramosia di raccontare qualsiasi cosa, evitando di dare al lettore la soddisfazione di immaginare da solo un paio di dettagli in più. Ma tutto ciò è perdonabilissimo, perché quel che si legge sta perfettamente in piedi, dalla prima all’ultima riga. È raro trovare in una prova d’esordio tanta precisione e puntualità, perciò gli amanti del cyberpunk con questo libro non credo resteranno delusi.

Renzo Brollo

http://www.mangialibri.com/node/7465